mercoledì 17 febbraio 2016

"Ho lasciato entrare la tempesta" - Hannah Kent



Descrizione:
Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell'Islanda dell'Ottocento - immersa nella nebbia come in mille superstizioni - lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l'uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell'inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell'efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell'amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.

Citazioni:
"Sembra che sia destinata a perdere tutti coloro che amo, a seppellirli, e a rimanere da sola. E' un bene, quindi, che non rimanga nessuno da amare. Nessuno da seppellire."

"Come posso rievocare davvero il primo momento in cui l'ho incontrato, quando la mano che ha stretto la mia era niente di più che una mano? E' impossibile pensare a Natan come lo sconosciuto che un tempo era per me. Riesco a immaginare il suo aspetto, e il tempo che faceva, e il gioco della luce sulla barba ispida sul suo viso, ma quel momento vergine è impossibile da riafferrare. Non riesco a ricordare di quando non conoscevo Natan. Non riesco a pensare a come fosse prima di amarlo. Guardarlo e rendermi conto di aver trovato ciò che non sapevo nemmeno di bramare. Di una brama così profonda, così intensa da spingermi nella notte, da terrorizzarmi."

"Ripenso a quando infilavo le mani tra le pieghe della sottana per cercare e premere i lividi che mi lasciava, per sentire la fitta di dolore sulla pelle. I lividi erano l'eco del suo tocco, le prove delle sue mani su di me, dei suoi fianchi sui miei: l'esalazione del trionfo, la rampicata delle nostre membra nell'oscurità. Attraverso cicli di lavoro a occhi spenti, notti di solitudine, risvegli per nient'altro che lavoro, e altro lavoro, quei lividi segreti mi sussurravano qualcosa di più: la fine della soffocante monotonia della mia esistenza. Detestavo quando svanivano. Erano l'unica cosa di lui che potevo tenere fino al suo ritorno."

"Questo è tutto ciò che esiste, e tu lo sai. La vita, qui nelle nostre vene. Ci sono la neve, e il cielo, e le stelle e le cose che ci dicono, nient'altro. Tutti gli altri sono ciechi. Non sanno se sono vivi o sono morti."

Voto: 5/5

La mia opinione:
Questo libro è un pugno nello stomaco, di un'intensità e una sofferenza tale da lasciare sconvolti. Si prega in ogni pagina affinché il finale riservato ad Agnes non sia quello anticipato, perché l'ingiustizia e il torto nei suoi confronti bruciano come le fiamme sul corpo di Natan. E' una storia di amore, amore puro e totale da parte di Agnes e bugiardo e ingannevole da parte di Natan. E' una storia di superstizioni e antiche tradizioni, in un'Islanda descritta con maestria in ogni sua sfumatura. Ci sono pagine che lasciano il segno e appassionano cosi tanto il lettore da farlo soffrire insieme ai protagonisti. Indimenticabili anche i personaggi di Margarèt e del reverendo Toti, gli unici disposti ad ascoltare la versione della storia data dalla condannata e a riservarle quel minimo di umanità alla quale Agnes ambiva da tutta la sua sfortunata esistenza.

venerdì 5 febbraio 2016

"La sarta di Dachau" - Mary Chamberlain



Descrizione:
Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street, e la vita sembra sorriderle. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio, Ada non ha colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all’unica cosa che le rimane, il suo sogno. L’unica cosa che la tiene in vita. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezze belliche. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello della sua carriera. Un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi. Sarà l’abito da sposa di Eva Braun, l’amante del Führer… La sarta di Dachau è un caso editoriale mondiale. Venduto in 26 paesi, ha conquistato il cuore dei librai e dei lettori inglesi. Una storia di orrore e di speranza, di vite spezzate e della capacità di sopravvivere grazie ai propri sogni. La storia di una donna che non si arrende e che continua a lottare anche quando tutto sembra perso.

Citazioni:
"Metti i guai in fondo allo zaino e sorridi, sorridi, sorridi".

"Avete mai avuto così tanto bisogno di vita da sconfiggere la morte per averla?".

Voto: 4/5

La mia opinione:
Un romanzo che mi ha sorpresa e appassionata, specialmente nella seconda parte. La prima è incentrata principalmente sul personaggio di Ada, sulle sue ambizioni, i suoi primi passi nel mondo della sartoria e la scoperta dell'amore. Poi con lo scoppio della guerra, la vicenda rispetta le aspettative date dalla trama e dopo un viaggio attraverso l'Europa, ci trasporta nel campo di prigionia di Dachau, tra storie di ristrettezze, soprusi, morte e distruzione; ma la protagonista indiscussa è sempre lei, Ada, che grazie al coraggio e alla sua passione, riesce a sopravvivere e a non perdere mai di vista il suo obiettivo. La seconda parte del romanzo è una rivelazione! La vicenda si anima di nuova vita e cambia totalmente scenario: si torna a Londra e proprio qui Ada ricomincerà a credere in un futuro nuovo e all'altezza delle sue aspettative. Purtroppo però la guerra ha lasciato cicatrici profonde e invisibili e la tenacia di Ada non basterà a garantirle la vita che sognava. Il finale è quanto di più lontano ci si possa aspettare all'inizio della lettura e lascia veramente con un senso di vuoto e di profonda ingiustizia. Una lettura dai risvolti psicologici che consiglio a tutti, perché racchiude al suo interno molto di più di quello che si immagina leggendo la trama!