venerdì 13 maggio 2016

"La casa tra i salici" - Katharina Hagena


Descrizione:
La città è avvolta nel silenzio della notte. Ma Ellen non riesce a prendere sonno. Si domanda se quegli occhi che ha incrociato di sfuggita siano proprio di Andreas, il suo amico d'infanzia che non vede da anni. Tutto è partito da quell'attimo. Da allora è stato impossibile frenare il flusso dei ricordi che l'hanno riportata dove non avrebbe mai voluto: a Grund. Alla casa tra i salici sulla riva del fiume; al gracchiare lontano delle rane; al riflesso dorato dei campi di girasole. Lì dove Ellen è cresciuta ed è stata felice, si è innamorata, ma ha anche sofferto. Per sua madre che, ogni giorno più distante da lei, non poteva più rallegrarla con la magia dei suoi dolci; per la fine della sua amicizia con Andreas che all'improvviso, senza spiegazione, ha deciso di non parlare più con nessuno. Per l'abbandono di Lutz, il padre di sua figlia, che un giorno è andato via senza fare ritorno. Per Marthe che non è mai riuscita a esprimersi veramente, lasciando che fossero le pagine del suo diario a parlare per lei. Ma ora che le lancette corrono trascinate dall'insonnia, Ellen deve fare i conti con il suo passato. Deve cercare delle risposte ai troppi misteri che affollano la sua mente. Deve scoprire se era davvero Andreas l'uomo che ha incontrato. Se lui, che l'ha visto per l'ultima volta, sa cosa è successo a Lutz. Perché a volte ciò che chiamiamo vita in realtà è un sogno, e ciò che chiamiamo sogno è vita.

Citazioni:
“Chissà se quell’altra metà della vita, durante la quale crediamo di essere svegli, non è un altro tipo di sonno, un po’ diverso dal primo, dal quale ci svegliamo quando crediamo di dormire? E chi dubita che se si sognasse in compagnia e per caso i sogni concordassero, circostanza abbastanza comune, e invece si vegliasse in solitudine, ciò che crediamo vero risulterebbe capovolto?”

Voto: 3/5

La mia opinione:
Il primo libro della Hagena mi aveva affascinata nelle descrizioni e nell'atmosfera sospesa e rarefatta dell'antica dimora d'infanzia, ma mi aveva delusa nel finale che poco svelava della vicenda e lasciava con molti interrogativi. In questo caso invece la storia è abbastanza chiara e anche il finale non lascia punti in sospeso anche se alcune parti possono essere interpretate liberamente dal lettore. Nei primi capitoli si fatica un po' ad entrare in sintonia con lo stile narrativo che alterna parti di diario scritte da uno dei personaggi al racconto passato e presente della protagonista Ellen. Nello stesso capitolo ci dobbiamo quindi districare tra salti temporali e diverse versioni dello stesso episodio narrate da più persone. Capito ciò la storia diventa abbastanza interessante, anche se ho trovato un po' noiose le disquisizioni quasi a livello medico sul sonno e le varie patologie ad esso legate. I ricordi di Ellen durano quanto una notte insonne e ci raccontano una storia di antiche amicizie e improvvise sparizioni, di amori perduti e sogni infranti. Sicuramente un libro non banale, scritto da un'autrice che non stupisce ma allo stesso tempo non delude.

mercoledì 11 maggio 2016

"Uno chalet tutto per me" - Elizabeth von Arnim



Descrizione:
Estate 1919. Oppressa da una profonda tristezza causata dagli orrori della guerra, Elizabeth si rifugia nel suo chalet svizzero. Arriva sola, l'animo rabbuiato dalle pesanti perdite subite e consapevole della malvagità umana, nella casa tra i monti che fino a pochi anni prima riecheggiava della presenza e delle risate di numerosi amici. Vuole ritrovare la gioia di vivere, scuotersi dall'apatia, tornare ad amare la natura, ad apprezzare i fiori e i panorami incantevoli che la circondano. Non è un'impresa facile, ma lentamente comincia a riaccendersi in lei una sottile vena di energia. Anche per il suo compleanno è sola. Concede ai domestici un giorno di libertà e si accinge a dedicarsi a qualche lavoro pesante che la costringa a non pensare, quando le arriva un regalo inatteso: due donne inglesi, reduci da un'escursione e in cerca di una pensione dove trascorrere la notte, giungono per caso allo chalet. Elizabeth le invita a pranzo, poi per il tè, quindi a rimanere con lei per alcune settimane. E dalla loro presenza nascerà la promessa di una nuova felicità. Pieno di scene divertenti e intriso della solita lieve ma spietata ironia che contraddistingue lo stile di Elizabeth von Arnim, "Uno chalet tutto per me", scritto in forma di diario, ci offre una serie di pensieri profondi sull'importanza del preservare la vita e sull'insensatezza della guerra.

Citazioni:
"Doversi guardare allo specchio per avere compagnia, non significa forse avere raggiunto il più basso livello di solitudine?"

"Ora vedo la bellezza con una nuova sensibilità, con un nuovo stupore, come chi, dopo lunghi e brutti sogni, un mattino si svegli e scopra che il delirio è passato, e poltrisce a letto in una condizione di felice e beata riconoscenza, di straordinario, minuzioso apprezzamento per le cose care e meravigliose, le comuni cose della vita: il sole che batte sul copriletto, i profumi del giardino che entrano dalla finestra, la fragranza del caffè preparato per colazione."

"In amore non c'è sicurezza. Si rischia mettendo in gioco tutta la vita. Ma l'importante è rischiare... credere e rischiare tutto per quello in cui credi. Cosa importa se poi risulta che in realtà non c'era niente, che sei stata tu a immaginare nell'altro tutte quelle cose belle e gentili sul suo conto, le cose splendide, generose, belle e gentili? Quelle cose non c'erano, ma tu per una volta sei stata capace di immaginartele. Per un po' di tempo sei stata su in alto tra le stelle, hai toccato il cielo con un dito. E una volta ripiombata giù a terra, ridotta a pezzi e trasformata in un miserevole ammasso di sangue e ossa rotte, con che coraggio dovresti lamentarti? Non hai forse visto meraviglie su in cielo, meraviglie inenarrabili, e avuto gioie supreme? E' perché ti trovavi in paradiso che la tua caduta è stata cosi terrificante e dolorosa."

"Voglio dimenticare. Non voglio ricordare. E' la mia unica possibilità di salvezza, la mia unica speranza di fuga. Dimenticare, dimenticare fino a riavere indietro la mia anima sana e salva, fino a essere di nuovo me stessa, non più una cosa semidistrutta."

"Il peggior dolore è ricordare la felicità di un tempo quando non si è più felici."

"Com'è di gran lunga più illuminante, di gran lunga più efficace di qualsiasi parola, di qualsiasi spiegazione, questa semplice cosa, un bacio."

Voto: 3/5

La mia opinione:
Un romanzo in stile classico ambientato tra le montagne svizzere subito dopo la Prima Guerra Mondiale e scritto sotto forma di diario dalla protagonista Elizabeth. Nelle prime pagine ho fatto un po' di fatica ad entrare nel ritmo della storia, incentrata principalmente sulla guarigione della protagonista dal dolore e dalle perdite subite a causa del conflitto. Con l'entrata in scena delle due ambigue sorelle Dolly e Kitty la vicenda si anima e con una bella dose di ironia ci trasporta sino al finale, inaspettato e a tratti esilarante. Quindi, nonostante lo scetticismo iniziale, il romanzo si è concluso in modo piacevole e per nulla noioso, considerando uno stile narrativo non proprio tra i miei preferiti e uno svolgimento a tratti molto lento della vicenda.