venerdì 11 maggio 2012

"Il colore della memoria" - Santos Care


Descrizione:
Barcellona, 1932. In una vigilia di Natale apparentemente simile alle altre, Maria del Roser Golorons vedova Lax esce con la fedele domestica Conchita per trascorrere tutta la giornata ai Grandi Magazzini El Siglo, inconsapevole degli eventi che stanno per travolgere la sua famiglia e la sua città. Pochi anni più tardi, alle soglie della guerra civile, il celebre pittore modernista Amadeo Lax dipinge il suo capolavoro in ricordo della moglie Teresa che lo ha abbandonato: un affresco superbo, fatto di luci intense e contrasti imprevisti, che nella sensualità del tratto nasconde un'oscurità indecifrabile. Quasi ottant'anni dopo, l'esperta d'arte Violeta Lax, nipote di Amadeo, riceve un misterioso invito da una sconosciuta signora italiana che afferma di avere importanti notizie da comunicarle. Incuriosita, Violeta decide di incontrarla, ma prima vuole fermarsi a Barcellona per visitare la casa di famiglia, ormai in stato di abbandono, e ammirare per l'ultima volta l'affresco realizzato da suo nonno prima che venga rimosso. Inizia così per Violeta un viaggio nel tempo sulle tracce della storia familiare, lungo i vicoli e le strade eleganti di una Barcellona scintillante e piena dell'energia irrefrenabile dell'inizio del Novecento; lungo le fortune e le disgrazie dei Lax, segnate dall'arte di Amadeo, genio crudele che interpreta nelle sue opere tutta l'inquietudine, la brama di certezze e la brutalità della nuova epoca. 

Citazioni:
“Sono tra quelli ancora convinti che le parole scritte a mano contengano molto più che un semplice messaggio: il battito della mano che le traccia, L’umidità di una lacrima che le accompagna e magari anche la scossa dell’emozione che le giustifica.”

“Tutto passa. Oppure cambia pelle. Capita a tutti. E’ solo questione di tempo e vedrai ogni cosa sotto un’altra luce.”

“Ma se la vita ci può sorprendere con un finale improvviso, alle volte ci regala anche una nuova opportunità. Una rinascita. Silenzio. Un portone che cigola. Qualcuno varca l’antica soglia di casa, guarda con occhi sorpresi, si azzarda a lasciare un’impronta sulla polvere che copre il marmo d’ingresso. Penetra il segreto. Avanza. Ogni volta che accade, noi tutti, pietre e fantasmi, fremiamo per l’agitazione.”

“La gente non è amica del progresso. Se tutti gli innovatori del mondo avessero dato retta alle proteste dei loro concittadini, dipingeremmo ancora bisonti sulle pareti delle grotte.”

“L’arte è sempre la prova di qualcosa. Del dominio dei morti sui vivi, se non altro. Questo è il suo scopo. Ci permette di conservare ciò che il tempo distrugge.”

“L’importante in ognuno di noi non è quel che luccica.”

“La posterità allunga le ombre e cancella i profili. Altrimenti, noi generazioni future troveremmo forse ben poco da ammirare.”

“Ecco cosa sembra il passato, visto dal presente: un puzzle di cui si è perso qualche pezzo.”

“Prima o poi la verità viene sempre a galla. E la verità è l’unica cosa che vale la pena di lasciare ai posteri di ciò che siamo stati in vita, anche solo uno sguardo, un gesto elegante o la bellezza effimera di un ricciolo ribelle. O forse una storia assurda che i nostri eredi ripeteranno tra lacrime o risate.”

“L’arte è inganno, non c’è dubbio. Ma quando smette di esserlo, pronuncia l’unica verità che conta.”

“Ma la vita non si può capovolgere come una clessidra. Il grano caduto non ricresce più.”

“Non è mai troppo tardi per fare quello che bisogna fare.”

“Nascere, morire e cercare qualcosa da fare nel frattempo. Questa è la vita, semplificando un po’ le cose.”

“Ah, il tempo, il grande argomento universale. Annienta gli esseri umani. Consuma le pietre. Fa alzar la voce ai romanzieri. Annoia i fantasmi.”

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