sabato 5 maggio 2018
"Oggi siamo vivi" - Emmanuelle Pirotte
Descrizione:
Dicembre 1944. I tedeschi stanno arrivando. Il prete di Stoumont, nelle Ardenne, ha un'unica preoccupazione: mettere in salvo Renée, un'orfana ebrea nascosta nella canonica. E, d'un tratto, il miracolo: una camionetta con due soldati americani si ferma davanti alla chiesa e lui, di slancio, affida a loro la piccola. Ma quei due soldati hanno solo le divise americane: infatti si chiamano Hans e Mathias e sono spie tedesche. Arrivati in una radura, Hans prende la pistola e spinge la bambina in avanti, in mezzo alla neve. Renée sa che sta per morire, ma non ha paura. Il suo sguardo va oltre Hans e si appunta su Mathias. È uno sguardo profondo, coraggioso. Lo sguardo di chi ha visto tutto e non teme più nulla. Mathias alza la pistola. E spara. Ma è Hans a morire nella neve, con un lampo d'incredulità negli occhi. Davanti a Mathias e Renée c'è solo la guerra, una guerra in cui ormai è impossibile per loro distinguere amici e nemici. E i due cammineranno insieme dentro quella guerra, verso una salvezza che sembra di giorno in giorno più inafferrabile. Incontreranno persone generose e feroci, amorevoli e crudeli. Ma, soprattutto, scopriranno che il loro legame - il legame tra un soldato del Reich e una bambina ebrea - è l'unica cosa che può dar loro la speranza di rimanere vivi...
Citazioni:
“Da tanto tempo non li vedeva nemmeno più, i condannati. Adulti, bambini, anziani, erano tutti la stessa cosa, figure senza volto destinate a scomparire. Quella bambina invece l’aveva vista: aveva raccolto la neve e l’aveva mangiata. Stava per morire, ne era consapevole, eppure si era messa a mangiare la neve.”
Voto: 3/5
La mia opinione:
Sinceramente leggendo la trama mi aspettavo qualcosa in più... Una manciata di pagine che racconta, escludendo l'epilogo, soltanto un paio di giorni vissuti all'interno di una cantina, con l'alternarsi di soldati americani e tedeschi a controllare una famiglia rifugiata. Ho trovato troppo misero lo spazio dedicato al rapporto speciale tra Renèe e il suo mancato carnefice Mathias, che invece erano il fulcro della storia e poche descrizioni e dettagli che avrebbero reso sicuramente il romanzo più avvincente e sofferto. Alcune pagine fatte di date, episodi già fin troppo noti e nomi di spedizioni belliche sembrano ricopiate da qualche libro di storia e non aggiungono niente di significativo alla trama che manca a mio avviso di profondità ed emozione.
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