Descrizione:
"Da anni" ha dichiarato Julie Otsuka, "volevo
raccontare la storia delle migliaia di giovani donne giapponesi - le
cosiddette "spose in fotografia" che giunsero in America all'inizio del
Novecento. Mi ero imbattuta in tantissime storie interessanti durante la
mia ricerca e volevo raccontarle tutte. Capii che non mi occorreva una
protagonista. Avrei raccontato la storia dal punto di vita di un "noi"
corale, di un intero gruppo di giovani spose". Una voce forte, corale e
ipnotica racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite
dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a
cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l'oceano.
È su quella nave affollata che le giovani, ignare e piene di speranza,
si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il
futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di
trepidazione, seguirà l'arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze,
il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire
una nuova cultura, l'esperienza del parto e della maternità, il
devastante arrivo della guerra, con l'attacco di Pearl Harbour e la
decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani
di origine giapponese come potenziali nemici. Fin dalle prime righe, la
voce collettiva inventata dall'autrice attira il lettore dentro un
vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura,
dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua.
Citazioni:
"Avevamo i capelli lunghi e neri e i piedi piatti e larghi, e non
eravamo molto alte. Alcune di noi erano cresciute solo a pappa di riso e
avevano le gambe un po’ storte, e alcune di noi avevano appena
quattordici anni ed erano ancora bambine. Alcune di noi venivano dalla
città e portavano abiti cittadini all’ultima moda, ma molte di più
venivano dalla campagna, e sulla nave portavano gli stessi vecchi kimono
che avevano portato per anni - indumenti sbiaditi smessi dalle nostre
sorelle, rammendati e tinti più volte. Alcune di noi venivano dalle
montagne e non avevano mai visto il mare, tranne che in fotografia, e
alcune di noi erano figlie di pescatori che conoscevano il mare da
sempre. Forse il mare ci aveva portato via un fratello, un padre o un
fidanzato, o forse un triste mattino una persona cara si era buttata in
acqua e si era allontanata a nuoto, e adesso anche per noi era arrivato
il momento di voltare pagina."
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