venerdì 20 settembre 2013

"Gli amori sospesi" - Virginie Ollagnier


Descrizione:
Marzo 1968. Da un giornale letto per caso in un bistrot, lo scrittore Zoltan Soloviev, arrivato a Parigi da New York dove vive, viene a sapere della morte di Jiska, sua amante di gioventù. La donna, di vent'anni più vecchia, era stata il suo primo grande amore, quando lui, esule dalla Russia infiammata dai bolscevichi, era stato suo ospite a Nizza. Quando la giovane nipote di Jiska lo avvicina chiedendogli di parlarle della nonna, che non ha mai conosciuto a causa di misteriosi e mai risolti disaccordi familiari, Zoltan decide di mettere nero su bianco la sua storia. Per svelare a Ieva i segreti che non conosce, per parlarle della donna affascinante e anticonformista che era stata sua nonna. E per fare finalmente chiarezza con se stesso su tutti gli amori della sua vita, rimasti sospesi dentro di lui come quelle melodie che perdurano nell'aria anche dopo che l'orchestra ha smesso di suonare. Dalla Parigi alla New York degli anni Trenta, tra artisti e locali jazz, rivive l'amore di Zoltan con Jiska, fino all'incontro con Ieva, che, poco alla volta, per l'uomo deluso e stanco assume il valore di un nuovo inizio.

Citazioni:

"Non si dovrebbero mai conservare le lettere, le foto. Bisognerebbe conservare soltanto i ricordi, che si alterano, e alla fine diventano una poltiglia, grigiastra ma dolce."

"Gli amori sono talmente più sottili, più delicati, e ogni volta cosi personali. Domandate a chi volete, a chiunque, di parlarvi dell'amore. Vedrete che le risposte si diversificheranno, nel profumo inesplorabile dei ricordi. L'universalità in amore non esiste."

Voto: 2/5

La mia opinione:

Un romanzo che in realtà è una specie di monologo sulla vita del prima giovane e poi anziano Zotlan, che ripercorre la sua vita, i suoi amori, le sue debolezze e soprattutto le sue perversioni. Scritto bene ma un po' troppo classicheggiante e pretenzioso. Non conosco il lavoro precedente dell'autrice ma devo dire che questo non mi ha colpita granchè.. Lo definirei un mix tra "Lolita" di Nabokov (che però adoro) e "La coscienza di Zeno" di Svevo (che a suo tempo ho profondamente odiato)! Ben ricostruite le atmosfere, il gelo iniziale della Russia, le feste popolate di personaggi eccessivi e ambigui, la calma conclusiva delle Esperidi, ma questo non basta a risollevare un romanzo che scorre tra alti e bassi ma non riesce mai a decollare.

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