venerdì 29 luglio 2011

“Il palazzo delle pulci” – Elif Shafak


Descrizione:
Palazzo Bonbon, vecchio edificio signorile nel cuore di Istanbul, ha attraversato gli ultimi quarantenni di storia sacrificandovi inesorabilmente il proprio splendore: costruito a metà degli anni Sessanta da un ricco emigrato russo per la moglie pazza, oggi è un condominio fatiscente e infestato dagli insetti, abitato da un'umanità stravagante e coloratissima. C'è il narratore, un professore universitario che si divide equamente tra la passione per le donne e quella per Kierkegaard, c'è la misteriosa Amante Blu, c'è la stramba Igiene Tijen con la figlioletta Su, c'è la vecchia Madama Zietta, che custodisce il segreto del terribile odore che appesta il palazzo. A fare da sfondo alle intricate vicende e alle ossessioni degli inquilini, Istanbul, città vitale e inquieta, tenacemente sospesa tra modernità e tradizione.

Citazioni:
“Tutti sanno che guidare quando si è ubriachi è pericoloso. Ma telefonare quando si è ubriachi può avere conseguenze ancora più nefaste. Eppure non esistono provvedimenti legali per scongiurare questo tipo di pericolo. I guidatori in preda ai fumi dell’alcol colpiscono bersagli a caso, come uno sfortunato albero che all’improvviso si para di fronte a loro o un altro veicolo che se ne va tranquillo per la sua strada…in questo tipo di incidenti non c’è movente né intenzione. Ma chi usa il telefono in stato di ebbrezza finisce sempre per colpire la persona che ama.”

“Se qualcuno suscita in noi un desiderio che non vorremmo provare, cerchiamo di non farcelo piacere. Se non ci riusciamo, allora cerchiamo qualcosa di gradevole in lui, qualcosa che renda il nostro desiderio meno fastidioso e più sopportabile.”

“Poiché il mare è quello che è, ti restano due alternative. Dimenticare le onde e tuffarti per diventare una goccia nel mare o sederti sulla spiaggia ad aspettare. Guardare le onde che, infrangendosi sulla spiaggia, si trasformano ciascuna in una goccia sotto ai tuoi occhi. Una vita che si possa definire tale va vissuta in uno di questi due modi. Bisogna diventare invisibili dentro la vita oppure rendere la vita invisibile dentro di sé.”

“Comprare oggetti per usarli qualche tempo e poi gettarli nella spazzatura è un’abitudine di quanti credono di averne il possesso. Ma gli oggetti non hanno proprietari. Piuttosto hanno una loro storia, e a volte sono queste storie a possedere le persone che vi si sono intromesse.”

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