venerdì 7 settembre 2012

“Gli effetti secondari dei sogni” – Delphine De Vigan


Descrizione:
Lou Bertignac ha tredici anni: la sua famiglia, chiusa nel ricordo inconfessabile di una tragedia del passato, vive in un silenzio opprimente, mentre a scuola la sua intelligenza fuori dal comune l'ha portata in una classe avanzata, piena di studenti più grandi che non hanno nulla a che spartire con lei. Incapace di creare una relazione con chiunque, Lou passa la maggior parte del suo tempo libero a vivere le emozioni degli altri: guarda il calcio in televisione per osservare la gioia dei giocatori, spia le persone per strada e, soprattutto, frequenta le stazioni ferroviarie parigine perché in quei luoghi si concentra l'emozione di amanti che si salutano, di famiglie rimaste a lungo separate, di amici che si ritrovano. È proprio qui, alla stazione di Austerlitz, che Lou trova, tra la folla, una ragazza appena più grande di lei, Nolwenn, che si è lasciata alle spalle un passato difficile e ora vive da randagia. Tra le due, nel tempo di uno sguardo, si crea un'intesa speciale, che nessuna delle due aveva mai trovato prima. Due ragazze totalmente sole, diverse ma destinate, in qualche modo, a riconoscersi tra la folla della città, finiranno così per stringere un'amicizia che, nata lentamente, arriverà a cambiare la loro vita e il loro mondo. La vicenda, drammatica eppure lieve, di due vite chiamate a intrecciarsi e, se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.

Citazioni:
“Da quando sono nata, mi sono sempre sentita al di fuori, dovunque fossi, fuori dall’immagine, dalla conversazione, sfasata, come se fossi la sola a sentire rumori o parole che gli altri non percepiscono, e sorda alle parole che invece sembrano sentire, come se fossi fuori dalla cornice, dall’altra parte di una vetrata immensa e invisibile.”
“Quei momenti non ci appartengono più. Sono chiusi in una scatola, nascosti infondo a un armadio, fuori portata. Quei momenti sono fissati come in una cartolina o un calendario, forse i colori finiranno per sbiadirsi e stingere, sono sbiaditi dalla memoria e dai discorsi.”

“Adesso so una volta per tutte che non si scacciano le immagini, e ancora meno le crepe invisibili che si aprono in fondo alle viscere, non si scacciano le risonanze, né i ricordi che si risvegliano quando scende la notte o spunta l'alba, non si scaccia l'eco di quelle grida, né tantomeno quello del silenzio.”

“Vorrei solo essere come gli altri, invidio la loro spensieratezza, le loro risate, le loro storie, sono sicura che possiedono qualcosa che io non ho, a lungo ho cercato nel vocabolario una parola che esprimesse la facilità, la spensieratezza, la fiducia e tutto quanto, una parola che incollerei sul mio quaderno a caratteri cubitali, come un incantesimo.”

“Forse questa è le felicità, non un sogno, non una promessa, solo un istante.”

“A volte mi sembra che qualcosa manchi dentro di me, che ci sia un filo invertito, un pezzo difettoso, un errore di fabbricazione, non qualcosa in più, come si potrebbe credere, ma qualcosa in meno.”

“Le cose sono come sono e ce ne sono molte contro le quali non possiamo fare niente. E’ quello che bisogna accettare per diventare adulti.”

“Natale è una menzogna che riunisce le famiglie intorno a un albero morto ricoperto di luci, una menzogna intessuta di conversazioni insipide, sepolta sotto chili di crema, una menzogna alla quale nessuno crede.”

“Ecco perché la gente si tappa in casa, nel proprio minuscolo appartamento, in mezzo ai propri mobili minuscoli, alle tazzine, alle tendine e tutto quanto, per paura della vertigine. Perché, non appena si alza il naso, la domanda sorge inevitabile, cosi come quella di cosa ci facciamo noi, tanto piccoli, in tutto questo.”

“Impariamo a trovare incognite nelle equazioni, tracciare rette parallele e dimostrare teoremi, ma nella vita vera non c’è niente da porre, calcolare o risolvere. E’ come per la morte dei neonati. Dolore e nient’altro. Un grande dolore che non si dissolve nell’acqua o nell’aria, una specie di componente solido che resiste a tutto.”

“So che a volte è meglio rimanere cosi, nel proprio guscio, chiusi in se stessi. Perché basta una sguardo per vacillare, basta che qualcuno tenda la mano perché immediatamente si avverta quanto si è fragili e vulnerabili, perché tutto crolli come una piramide di fiammiferi.”

“Nella vita c’è qualcosa di fastidioso, qualcosa contro cui non si può nulla: é impossibile smettere di pensare. Quando ero piccola ci provavo tutte le sere, allungata sul letto, cercavo di fare il vuoto assoluto, scacciavo le idee una dopo l’ altra, prima ancora che diventassero parole, le sterminavo alla radice, le annullavo all’ origine, ma m’ imbattevo sempre nello stesso problema: pensare di smettere di pensare è ancora pensare. E contro questo non si può fare nulla.”

“Spesso rimpiango che non si possano cancellare le parole nell’aria, come sulla carta, che non esista una penna speciale che si possa agitare sulla propria testa per eliminare le parole inopportune prima che arrivino alle orecchie.”

“Di notte, quando non si dorme, le preoccupazioni si moltiplicano, crescono, si amplificano; man mano che le ore passano l’indomani si oscura, il peggio raggiunge l’evidenza, più nulla sembra possibile e superabile, più niente sembra tranquillo. L’insonnia è il volto oscuro dell’immaginazione. Conosco queste ore nere e segrete. Al mattino ti svegli intorpidita, gli scenari catastrofici sono diventati stravaganti, la giornata ne cancellerà il ricordo, ti alzi, ti lavi e dici che te la caverai. Qualche volta, però, la notte mette le carte in tavola, qualche volta la notte rivela la sola verità: il tempo passa e le cose non saranno più come prima.”

“Nei romanzi ci sono sempre dei capitoli per distinguere i momenti, per mostrare che il tempo passa e la situazione si evolve, qualche volta ci sono anche delle parti con titoli carichi di promesse, "L'incontro", "La speranza", "La caduta", come nei quadri. Ma nella vita non c'è niente, né titoli né cartelli né segnali, niente che indichi attenzione pericolo smottamenti frequenti o delusione imminente. Nella vita siamo soli con i nostri vestiti, e poco importa se sono strappati.”

“Adesso so che la vita è solo una successione di tregue e squilibri, il cui ordine non obbedisce ad alcuna necessità.”

“Adesso so che la violenza è anche nel silenzio e qualche volta è invisibile a occhio nudo. La violenza è il tempo che risana le ferite, la sequenza irriducibile dei giorni, l'impossibile ritorno indietro. La violenza è quello che ci sfugge, che tace, che non si manifesta, la violenza è ciò che non ha spiegazione, che resterà opaco per sempre.”

Voto: 5/5

La mia opinione:
Bellissimo, intenso e toccante. Una storia di violenza, amicizia, solitudine, amore e abbandono. Una storia sulle luci e ombre della vita, una dimostrazione di come non si può salvare chi non vuole essere salvato. Da leggere!

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