martedì 24 maggio 2011

"Il principe della nebbia" - Carlos Ruiz Zafòn


Descrizione:
Max deve cambiare casa con tutta la sua famiglia, la guerra da lì a poco sconvolgerà l'Europa e la famiglia Carver si vuole allontanare il più possibile. Una casa vicino alla spiaggia è quello che ci vuole, secondo il papà di Max. Ma già dal primo momento in cui la famiglia arriva al gran completo nella nuova cittadina, il ragazzo nota strani e inquietanti particolari....il gatto che la sua sorellina Irina vuole adottare a tutti i costi è un' animale che dà strane sensazioni e l'orologio del municipio invece di scorrere in avanti va con le lancette all'indietro..in pochi giorni Max si fa un nuovo amico Roland. Insieme si immergono alla scoperta di una nave affondata molti anni prima. Da questo momento in poi i due amici e la sorella più grande di Max, Alicia, scopriranno una serie di misteri e segreti che avvolgono il passato del nonno di Roland e incombono ora sul loro destino. 

Citazioni:
"Certe immagini dell'infanzia rimangono impresse nell'album della memoria come fotografie, scene a cui, non importa quanto tempo sia passato, uno ritorna sempre col ricordo."

“Quando pioveva forte, aveva l’impressione che il tempo si fermasse. Era come un momento di tregua durante il quale egli poteva interrompere qualunque cosa e mettersi semplicemente alla finestra a contemplare per ore lo spettacolo di quell’infinito velo di lacrime del cielo.”

“Sentiva che, per la prima volta nella sua vita, il tempo trascorreva più rapidamente di quanto lui desiderasse, e che non poteva più rifugiarsi nei sogni come negli anni passati. La ruota del destino aveva cominciato a girare e, questa volta, i dadi non li aveva tirati lui.”

“Adesso so che la vita di un uomo si divide fondamentalmente in tre periodi. Nel primo, uno non pensa neppure che invecchierà, né che il tempo passa, e che fin dal primo giorno, quando nasciamo, camminiamo verso un unico e identico fine. Passata la prima giovinezza, comincia il secondo periodo, nel quale uno si rende conto della fragilità della propria vita, e quello che in principio è una semplice inquietudine va crescendo nell'animo come un mare di dubbi e incertezze che ti accompagnano durante il resto dei tuoi giorni. Per ultimo, alla fine della vita, si apre il terzo periodo, quello dell'accettazione della realtà e, di conseguenza, quello della rassegnazione e della speranza. Lungo la mia vita ho conosciuto molte persone che sono rimaste agganciate a uno di questi stadi senza mai riuscire a superarli. È qualcosa di terribile. È un cammino che ognuno di noi deve imparare a percorrere da solo, pregando Dio di aiutarlo a non perdersi prima di arrivare alla fine. Se tutti fossimo capaci di comprendere all'inizio della nostra vita questa cosa, che sembra così semplice, buona parte delle miserie e delle pene di questo mondo scomparirebbero. Però, e questo è un incomprensibile paradosso, ci viene concessa questa grazia solo quando è troppo tardi.”

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